11 settembre 2010

Cari americani ci avete tradito

Cari Americani, ve lo voglio dire proprio oggi, 11 settembre, nella giornata di commemorazione mondiale dei vostri morti, quei morti che solo quando sono vostri hanno diritto al cordoglio universale, ci avete tradito.

Avete tradito le speranze di noi europei, che ormai vecchi e stanchi di governare il mondo, vi abbiamo ceduto il trono pensando che voi, giovani, belli, sani e forti avreste fatto meglio di noi.

Che voi, che non avevate le scarpe incrostate dalla polvere della storia, non avreste avuto i nostri odi, le nostre ferocie; avreste lasciato impronte nuove sui nostri pensieri e sui nostri dubbi, avreste governato il mondo con saggezza, con la spensierata umanità della gioventù, con il piacere di stare con gli altri, con la confusione delle razze, voi che di tutte le razze siete composti.

Ci siamo sbagliati.

Abbiamo scoperto che siete peggio di noi, che la sete di potere vi ha reso ancora più feroci di noi, ancora più prepotenti, ancora più despoti di quanto lo siamo stati noi, in tutta la nostra storia.

Almeno noi non abbiamo avuto ipocrisie, non abbiamo invaso, distrutto, ammazzato nel nome della democrazia; noi abbiamo invaso, distrutto, rubato, stuprato e ammazzato nel nome del potere, del governo, della vendetta.

Ci siamo sbagliati, vi abbiamo lasciato il mondo perchè lo rendeste migliori e voi lo avete trattato come un giocattolo da rompere e di cui non sapete più rimontare i pezzi.

Allora è venuto il momento di riprenderci ciò che via abbiamo lasciato, di provare a rimettere insieme i pezzi di ciò che avete distrutto.

Lasciate che vi spieghiamo una cosa, noi che siamo così ricchi così poveri, noi che abbiamo attraversato la storia.

E’ bellissimo anche essere stanchi e tristi, quando si sa piangere insieme a tutti gli altri, non soltanto a quelli che ci sono simili, non soltanto a quelli che consideriamo noi.

Illumineremo le lacrime di tutti, le esibiremo come una corona di cui non avere vergogna perchè solo gli uomini e gli eroi sanno piangere.

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