14 luglio 2010

Stato laico e stato clericale

Il parlamento francese ha approvato, con un solo voto contrario, il divieto di indossare il burqa e il niqab.

Sono perfettamente d’accordo con la decisione transalpina, non mi piace la negazione del corpo delle donne, la negazione dell’esistenza stessa della donna come entità corporale, politica e culturale che tali vestimenti presupppongono.

D’altronde non mi piace, in egual misura, l’estremo opposto della nostra cultura occidentale, ed italiana in particolare, l’esposizione mercantile del corpo nudo o meramente spogliato delle donne; ci vedo la stessa ragione di base: la negazione del corpo.

Tornando alla questione di partenza mi sono chiesta perchè in Francia è possibile l’approvazione di una tale legge mentre nel nostro paese sarebbe imparaticabile.

Non si tratta, tanto, del fatto che da noi ci sarebbero veti incrociati dettati da presunte libertà di religione o da guerre politiche che nulla avrebbero a che vedere con la question.

Si tratta, secondo me, di laicità dello stato.

Si vieta l’esposizione di qualsiasi simbolo religioso; da quelli islamici, a quelli cattolici passando per gli ebraici, i buddisti e quant’altro si voglia nei pubblici uffici.

Si ribadisce il concetto di laicità dello stato che deve appartenere a tutti i componenti la comunità, senza escluderne nessuno.

Si fa un’inclusione dei cittadini anzichè una loro esclusione; ma per fare tutto ciò è necessaria una coscienza di stato, una forte percezione della nazione di cittadinanza che noi non possediamo.

I valori religiosi di ognuno si ribadiscono se non se ne accetta, in particolare, nessuno.

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